Il cuore antico di Napoli, patrimonio dell'Umanità, nel periodo natalizio si rianima con la miriade di botteghe artigiane di presepi e pastori lungo Via San Gregorio Armeno e nei vicoli adiacenti.
Gli artigiani fanno a gara nel proporre le loro ultime creazioni. Le nuove leve accanto alla Madonna, San Giuseppe e il Bambinello spesso espongono con dubbio gusto, personaggi pubblici da Obama a Berlusconi, da Marrazzo a Natalì da Brunetta a Tremonti da Lavezzi a Quagliarella, Maradona vanta anche un'edicola votiva con una ciocca di capelli. I veterani, per fortuna, seguono la vecchia scuola delle sculture tradizionali del Settecento, incantando grandi e piccini. Tra i visitatori, nostalgici alla ricerca del pezzo mancante alla scenografia, collezionisti che arrivano dall'Italia e dall'estero. Da qualche tempo, bandite le composizioni di plastica, sono apparsi congegni meccanici per muovere braccia e gambe del cantiniere o del beccaio.
Nella bottega dei Ferrigno, rinomati pastorai, si nota l'assenza del capostipite Giuseppe, venuto a mancare da poco. Il figlio Marco è impegnato a continuare l'attività tramandata dal nonno al padre, stimato creatore di statuine che hanno fatto il giro del mondo.
Dopo la mostra di Parigi e il presepe richiesto dalla corte del re di Spagna, l'anno prossimo sarà la volta della Russia che esporrà nella cattedrale ortodossa una composizione promessa dal cardinale Crescenzio Sepe al patriarca di Mosca.
La strada di Spaccanapoli, tra il decumano inferiore e quello superiore, vanta oltre alla folkloristica fiera dei pastori, testimonianze uniche come il seicentesco campanile di San Gregorio Armeno con il Chiostro e
Per i turisti che affollano la stradina dei pastori le sorprese non finiscono qui, nella stessa via di San Gregorio Armeno
Il presepe come rito religioso fu creato per la prima volta nel 1223 da San Francesco d'Assisi nel bosco di Greccio. Nel Quattrocento diventò popolare anche a Napoli e nel 1716 con l'arrivo di Carlo III di Borbone si sviluppò una vera e propria arte.
Maestri come Nicola Sammartino, Domenico e Antonio Vaccaro, Felice Bottiglieri, Nicola Somma si dedicarono alla realizzazione di teste di personaggi con espressioni di profonda umanità; altri si dedicarono alle mani e ai piedi; ancora chi impagliava cestini riempiendoli di frutta, pollastri e uccellagione e le dame curavano i vestiti.
Ai fini intenditori non mancherà una visita ai presepi più importanti della città. Nel Museo di San Martino scenografia animata da centinaia di pastori e animali, donata dall'architetto Cuciniello nel 1879. Nelle sale adiacenti una composizione da record. Venticinque pastori e 13 animali in un guscio d'uovo. Nel Palazzo Reale il presepe del Banco di Napoli, oltre duecento figurine e numerosi accessori provenienti da collezioni private, modellati da grandi scultori come Sanmartino, Francesco e Camillo Celebrano, Angelo Viva, Salvatore Franco. In ogni chiesa come Gesù Vecchio, Santa Chiara, Santa Maria del Parto, Spirito Santo "scogli" che risalgono al sette-ottocento di fini scultori.
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